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A volte è meglio tacere e dare l'impressione di essere idioti, invece che parlare e darne la conferma.

mercoledì 7 settembre 2011

Il medico e lo scienziato non sono poi così diversi

“E allora capii, fui costretto a capire che fare il dottore è soltanto un mestiere, che la scienza non puoi regalarla alla gente, se non vuoi ammalarti dell’identico male, se non vuoi che il sistema ti pigli per fame”
                                                                                                   De Andrè, Un medico

Leggendo la biografia di Grigorij Perel'man, mi sono stupito di come una persona così impegnata nei suoi studi scientifici, abbia decise idee antimaterialistiche. Non ha voluto che la sua scienza fosse al servizio del dio denaro (a questo proposito mi è venuta in mente la citazione da De Andrè). Ha rifiutato premi prestigiosi, per non sottomettersi al monopolio delle riviste: a ripensarci il fatto che per ricevere il Premio Clay, lo scienziato debba aver pubblicato il suo articolo su una rivista peer-reviewed, sembra dire che se vuoi avere i benefici che il sistema ti offre, devi prima venderti e sottometterti in tutto e per tutto. Perel'man ha preferito pubblicare tutti i suoi lavori direttamente su ArXiv, aggiungendo con aria di sfida che “se qualcuno è interessato al mio modo di risolvere il problema, è tutto là [s ArXiv] – che ci vadano e leggano”.
Perel'man sembra un personaggio tutto particolare e quindi potrebbe non destare troppo stupore il fatto che abbia idee così ostili al sistema. Considerando anche la situazione di Paul Ginsparg, si percepisce chiaramente che l’idea di un grande archivio informatico aperto a tutti è molto di più di un capriccio intellettuale, ma un’esigenza che molti scienziati riconoscono per il mondo della scienza e per tutti gli interessati. Paul Ginsparg è stato professore all’Univesità di Harvard e alla Cornell University, ha ricevuto vari premi per i suoi risultati: è quindi pienamente inserito nel mondo accademico.
Spero che questo post non sia troppo caotico e che si riesca a seguire almeno un po' il filo, perchè l'ho scritto come flusso di coscienza...
Finito di scrivere mi è presa voglia di riascoltarmi tutta la canzone di De Andrè, così se anche a qualcun altro ne fosse venuta voglia, ecco qui:
                        http://youtu.be/rFLJBRNN6Xc
Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando rossi di frutti li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti.

Un sogno, fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un dio ma nemmeno per gioco:
perché i ciliegi tornassero in fiore,
perché i ciliegi tornassero in fiore.

E quando dottore lo fui finalmente
non volli tradire il bambino per l'uomo
e vennero in tanti e si chiamavano "gente"
ciliegi malati in ogni stagione.

E i colleghi d'accordo i colleghi contenti
nel leggermi in cuore tanta voglia d'amare
mi spedirono il meglio dei loro clienti
con la diagnosi in faccia e per tutti era uguale:
ammalato di fame incapace a pagare.

E allora capii fui costretto a capire
che fare il dottore è soltanto un mestiere
che la scienza non puoi regalarla alla gente
se non vuoi ammalarti dell'identico male,
se non vuoi che il sistema ti pigli per fame.

E il sistema sicuro è pigliarti per fame
nei tuoi figli in tua moglie che ormai ti disprezza,
perciò chiusi in bottiglia quei fiori di neve,
l'etichetta diceva: elisir di giovinezza.

E un giudice, un giudice con la faccia da uomo
mi spedì a sfogliare i tramonti in prigione
inutile al mondo ed alle mie dita
bollato per sempre truffatore imbroglione
dottor professor truffatore imbroglione.

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