L’idea che sarebbe un errore ritenere queste (le grandi mutazioni della nostra epoca) una novità senza precedenti che turbano e sconvolgono una condizione di equilibrio mi convince davvero tanto; pensare che il cambiamento radicale e straordinariamente veloce sia una caratteristica degli anni 2000 sembra più che altro uno slancio di narcisismo. Il secondo punto che ho osservato è che la rete, esattamente come gli insediamenti umani, si sviluppa in piena autonomia da ogni regolazione esterna, ma stabilisce da sé i suoi modi, i suoi tempi e i suoi spazi. La rete non è nata per un particolare fine si è sviluppata e probabilemente se mai dovesse esaurire la sua utilità verrà soppiantata da qualcos’altro.
Forse, il risultato dell’indagine scientifica più significativo nel XX secolo è stato proprio quello di riconoscere i propri limiti in una grande varietà di campi: questa verità storica, accettata da molti studiosi, in realtà mi sembra che sia ignorata (forse volutamente, perché fa paura) negli ultimi anni e anzi vi è quasi una “Religione della scienza”, con una fiducia illimitata nelle possibilità dell’uomo.
La scolarizzazione della società ha portato effetti catastrofici; in realtà c’è qualche timido e inadeguato tentativo di recuperare quelle conoscenze perdute. Oggi nelle scuole elementari portano i bambini nelle fattorie a vedere com’è fatta una gallina. In ogni caso non ci si spinge molto più in là: probabilmente bambini, genitori e insegnanti valutano queste esperienze come niente di più di una piacevole e bizzarra digressione dal mondo reale. Effettivamente viene da pensare che la scolarizzazione abbia portato solo rigidità e abbia anzi tolto spazio di manovra al singolo.
Non sono del tutto d’accordo che la scuola non serva ad inserire l’idividuo nella società e a prepararlo per le sue future occupazioni. Tanti devono svolgere lavori noiosi e ripetitivi (almeno apparentemente, poi, de gustibus non est disputandum), esattamente come ascoltare immobili e impassibili un professore per ore in classe o legarsi a una sedia per costringersi a fare i compiti.
Decisamante gli strumenti informatici non sono né buoni né cattivi, come del resto tutte le invenzioni dell’uomo, l’energia nucleare, la polvere da sparo o una mazza da baseball.
La parte del legarsi alla sedia per fare i compiti mi è familiare... propongo una gita in fattoria nel futuro immediato.
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